Figlio di Dioniso e di Maria Tiepolo acquisì, come il cugino Gian Rinaldo Carli, le sue prime nozioni presso il Collegio giustinopolitano. Brillante, intelligente e pieno di ideali si incentrò sull’istruzione e sull’acquisizione di conoscenze, di modo che già a quindici anni fu accolto tra i membri della Accademia dei Risorti. Tra i manoscritti del periodo giovanile spicca l’Orazione in cui si rivolge ai coetanei incoraggiandoli all’apprendimento e alla conoscenza del latino. Nel 1739 pubblicò il primo ampio lavoro Della nobiltà della lingua italiana che gli valse il primato negli ambienti culturali e accademici capodistriani. Nel 1748 scrisse il trattato Sopra la lingua primitiva e sopra la confusione delle lingue, seguito da Dell’utilità della lingua latina nelle scuole d’Italia, rimasti però inediti. Nel 1739 partecipò alla fondazione dell’Accademia degli Operosi assieme al Carli che, un anno più tardi, accompagnò a Padova dove studiò legge. Continuò tuttavia a dedicarsi al lavoro di ricerca in vari campi nonché allo studio delle lingue, in particolare del greco e dell’ebraico oltre al perfezionamento del latino. Sempre con l’aiuto del Carli, a Venezia, entrò in contatto con il celebre Apostolo Zeno, il filosofo G. Bernardo Mario de Rubeis, con Melchiorre Cesarotti e altri. Nel 1739 fu insignito del titolo di membro dell’Accademia dei Concordi di Rovigo cui seguirono quelli delle accademie di Belluno, Urbino, Gorizia e Colonia. Ai tempi della direzione del Carli (1757-1760) contribuì al rinnovo dell’Accademia dei Risorti con la realizzazione di alcuni suoi obiettivi a partire dalla pubblicazione sulla storia delle accademie capodistriane (Storia dei letterati capodistriani), dove però riuscì a compilare i soli contributi Lettera intorno alle antiche e moderne accademie di Capodistria e Vita e memorie di Ottonello Vida. Ma il suo grande merito è stato soprattutto quello di aver allestito, sempre assieme al Carli, una biblioteca. Nel 1761 assunse anche l’incarico di dirigere l’accademia, che in quel periodo incluse nuovi, importanti membri, stabilendo una proficua collaborazione con l’Accademia di Udine. In seguito alla partenza del Carli nel 1764, il desiderio e la necessità di approfondire il passato dell’Istria portarono Girolamo da un lato verso il mantenimento dei loro reciproci rapporti e contatti, dall’altra invece, a stabilire legami più stretti con eruditi friulani. Tuttavia, un mese dopo la partenza del Carli in Italia, Gravisi si dimise dalla carica di presidente dell’Accademia dei Risorti mantenendo però la cura della biblioteca fino al 1797. Allo stesso tempo si ritirò dai pubblici uffici del Municipio di Capodistria dedicandosi all’opera letteraria e di ricerca e rimanendo fedele all’Accademia che operò fino alla soppressione nel 1807. Morì a Capodistria nella veneranda età di 92 anni. Dal suo matrimonio con Chiara Barbabianca deriva il ramo dei marchesi Gravisi-Barbabianca.
SŽ